Una pianta con una miriade di effetti

Le foglie della pianta di Aloe contengono numerose vitamine, minerali, enzimi, aminoacidi, zuccheri naturali ed altri composti bioattivi, con proprietà emollienti, purgative, antimicotiche, antinfiammatorie, antiossidanti, afrodisiache perfino, antifungine, antisettiche e cosmetiche.

L’Aloe non è un prodotto innovativo, una molecola strana fatta in laboratorio in epoche moderne, è una pianta che ha una tradizione curativa veramente millenaria.

Le radici dell’Aloe risalgono all’antico Egitto intorno al 4000 a.C. dov’era la pianta santuario dell’immortalità, quindi ne parliamo giustamente nel mondo dell’antiage.

Descrizioni dell’Aloe sono incise in cuneiforme su tavolette sumere del 2100 a.C. Nefertiti, che era considerata la più bella regina della storia, la usava come parte della sua cura quotidiana della pelle e della bellezza.

Faceva parte anche della linea di prodotti per la cura della pelle di Cleopatra; Alessandro Magno capì l’importanza della pianta e su consiglio di Aristotele, conquistò l’isola di Socotra, nell’oceano Indiano, per razziare i boschi di Aloe.

In questo modo acquisì i farmaci sufficienti per curare le ferite dei suoi battaglioni; aveva perfino portato con sé dei carri con delle piante nei vasi, vicino ai campi di battaglia, per curare i guerrieri che avevano avuto dei problemi.

Durante il regno dell’imperatore Nerone intorno al 50 a.C. Dioscoride, l’eminente medico dell’epoca, decise che l’Aloe era uno dei suoi preferiti e raccomandava l’uso del succo di Aloe per numerosi disturbi fisici, incluso il trattamento di ferite, i disturbi gastrointestinali, le gengiviti, i dolori, le irritazioni della pelle, le scottature solari e perfino l’acne.

E’ noto che Cristoforo Colombo facesse crescere l’Aloe in vasi sulla sua flotta di navi, senza la quale le cose sarebbero andate magari diversamente.

I Maya battezzarono il succo di questa pianta del deserto “la fontana della giovinezza” e durante le crociate i cavalieri Templari bevevano una miscela di vino di palma, polpa di Aloe e canapa, che era chiamata “l’elisir di Gerusalemme”; credevano che questo avrebbe aggiunto anni alla loro salute e alla loro vita.

L’Aloe era una delle sostanze preferite del re Salomone ed è spesso menzionata nella Bibbia: alcuni dicono che fosse stata usata per ungere il corpo di Gesù.

Nell’era moderna il primo prodotto a base di Aloe si chiamava Alain: era una componente della linfa gialla della pianta e veniva prodotto come lassativo.

Il gel di Aloe invece, non avendo proprietà lassative, fu introdotto negli anni 60 e fu incorporato in alimenti, bevande, unguenti topici e presidi per la salute orale da banco.

La pianta è una xerofita succulenta perenne, il che significa che ha bisogno di pochissima acqua e non è un cactus, come pensano tanti.

E’ originaria dell’Africa meridionale ed orientale, lungo l’alto Nilo ed in Sudan ed è stata successivamente introdotta nell’Africa settentrionale e poi nel Mediterraneo.

Da lì si è diffusa a livello globale; attualmente le piantagioni più estese di Aloe si trovano alle Barbados e nel nord della California.

L’Aloe in realtà è un genere e comprende 581 specie e l’Aloe vera è quella principale più importante.

La pianta è composta per il 99 per cento di acqua, mentre la restante percentuale è divisa tra tante sostanze diverse; a seconda della fonte, ci sono dai 75 ai 200 componenti attivi.

L’esatta composizione dell’Aloe vera, ovviamente, varia in base a molti fattori: il terreno, le condizioni di crescita, il tempo di raccolta, il clima, la posizione delle foglie sullo stelo ed il metodo utilizzato per la raccolta delle foglie.

Da notare che il momento ottimale per raccogliere le foglie di Aloe è dopo 3 anni, quando ha il più alto contenuto di polisaccaridi e flavonoidi.

L’Aloe vera è molto utile per la pelle, sia per via orale che topica.

A livello più elementare, l’Aloe ha effetti positivi sui componenti cellulari, nel derma, i fibroblasti vengono attivati dall’Aloe, aumentando la produzione di collagene ed acido ialuronico.

Almeno due componenti dell’Aloe, il Glucomannano e l’Acemannano, sono responsabili della stimolazione della produzione di collagene ed è noto che il Glucomannano influenzi specificamente i recettori del fattore di crescita dei fibroblasti.

Nelle colture cellulari di fibroblasti dermici umani, il gel di Aloe non solo ha aumentato il contenuto di collagene delle ferite, ma ha anche alterato la composizione del collagene con più tipi 3, una cosa importante per la qualità del risultato.

Nei roditori ci sono innumerevoli studi che esaminano la guarigione delle ferite che dimostrano gli effetti positivi dell’Aloe sulla produzione di collagene, sia per via orale che topica, cioè data direttamente sul posto.

In studi sull’uomo, donne giapponesi sopra i 40 anni, in uno studio randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, hanno dimostrato che la polvere di gel di Aloe vera ha aumentato la produzione di collagene cutaneo ed acido ialuronico.

I ricercatori hanno notato anche un aumento dell’idratazione della pelle dopo 8 settimane, con minore profondità delle rughe, come cosa in più oltretutto la percentuale di grasso corporeo dopo 8 settimane è stata notevolmente migliorata.

Una cosa importante per la salute della pelle è tenere a bada la metalloproteinasi della matrice: queste metalloproteinasi della matrice sono enzimi che degradano tutti i tipi di proteine della matrice extracellulare.

Sono utili quando è necessario sciogliere i tessuti prima della ricostruzione, come nella guarigione delle ferite, ma quando vengono attivate in modo inappropriato, danneggiano componenti critici come il collagene, l’elastina e l’acido ialuronico.

Ad esempio quando infiammate dai raggi ultravioletti le cellule rilasciano enormi quantità di queste sostanze, con conseguente distruzione dei tessuti.

Quindi, gli inibitori di queste sostanze o la riduzione della loro produzione, possono essere molto utili per la conservazione dei tessuti.

Si è visto che l’Aloe per via orale ha prevenuto con successo questi aumenti di espressioni di questi specifici enzimi.

Già come aveva visto Alessandro Magno, sia l’Aloe topica che quella orale, sono efficaci nella guarigione delle ferite, oltre che per le ferite standard, è stata utilizzata anche per il trattamento di ustioni, congelamento, infiammazioni, infezioni ed ulcere da pressione.

Si è cercato di vedere se l’Aloe Vera fosse utile come terapia per il diabete ed è diventato evidente che accelerava la perdita di peso.

Questi studi riguardavano diabetici in sovrappeso ed obesi, ma in realtà anche le persone non diabetiche ne hanno un grande vantaggio.

Al microscopio l’Aloe riduce la dimensione media degli adipociti e nei roditori gli accumuli adiposi locali sono molto ridotti.

Come questo succeda non è molto chiaro a questo punto; la seconda scoperta negli studi sui diabetici è stata la consapevolezza che l’Aloe poteva influenzare positivamente il profilo lipidico.

In molti studi sui roditori, l’Aloe orale ha migliorato molti marcatori; in un modello con roditori invecchiati prematuramente, l’1 per cento di Aloe, ha segnato una diminuzione del 15 per cento e del 20 per cento dei livelli di trigliceridi e colesterolo ed ha anche ridotto significativamente i livelli di colesterolo ldl del 15 per cento.

Questa tendenza è stata ripetuta negli esseri umani e si ritiene sia dovuta all’inibizione della lipasi pancreatica; questo blocca la disgregazione nel tratto gastrointestinale e si verifica un minore assorbimento sistemico dei grassi nel corpo e questo spiega il miglioramento del pannello lipidico che è diventato meno significativo, quindi si vede meno grasso sotto la pelle.

Per quanto riguarda il sistema intestinale, a seconda dello stato dell’intestino, le sostanze dell’Aloe sono lassativi piuttosto potenti; questo può portare a qualche fastidio, a spasmi addominali e persino acidosi metabolica, se la situazione sfugge di mano.

Quindi, nel 2002, la Food and Drug Administration in America, ha dichiarato che gli estratti di Aloe come lassativi non erano generalmente riconosciuti come sicuri, quindi non bisogna esagerare.

Numerosi studi dimostrano che l’Aloe migliora le ossa: nello specifico induce la formazione ossea stimolando la proliferazione delle cellule staminali del midollo osseo, la differenziazione in osteoblasti e, quindi, la sintesi della matrice extracellulare (quindi crea osso nuovo).

In un modello di dentatura di cavia, l’Aloe ha aumentato il numero di osteoblasti ed i livelli di collagene, diminuendo l’attività degli osteoclasti, quindi aumenta l’attività delle cellule che creano osso e riduce quelle di quelli che lo distruggono.

Uno dei carboidrati più diffusi nell’Aloe viene fermentato dai batteri dell’intestino per diventare butirrato, che è un inibitore naturale dell’istone deacetilasi.

Questo è importante per il DNA: l’Aloe vera è ricca di antiossidanti ed includono polifenoli, flavonoidi, tannini, a-tocoferolo, la vitamina E, carotenoidi ed acido ascorbico.

L’Aloe è sempre stata utilizzata per il trattamento del diabete: per valutare questa premessa sono stati condotti molti studi sui roditori e sulle persone.

Gli studi sull’uomo hanno incluso studi non randomizzati, studi randomizzati, a dosi variabili e si è visto che questi studi hanno presentato risultati contrastanti, ma la preponderanza dei risultati suggerisce che la tendenza sia verso il beneficio dell’uso orale di Aloe vera nel ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue a digiuno.

C’è un altro aspetto importante dell’Aloe: è che esistono prove che specifici componenti vegetali possono inibire la formazione dei prodotti finali della glicazione avanzata l’Advanced Glycation End products, l’AGE, di cui abbiamo parlato moltissimo.

Ad esempio, in provetta, gli estratti di Aloe vera possono inibire significativamente la glicosilazione dell’albumina durante la cottura.

Gli antrachinoni contenuti nell’Aloe vera possono inibire efficacemente la formazione di AGE e ridurre la reticolazione delle proteine.

Abbiamo parlato lungamente dell’AGE: abbiamo detto che distrugge, per esempio, il reticolo del collagene, fra le tante cose che fa, ed è dovuto al fatto che assumiamo troppo zucchero.

In uno studio in doppio ceco randomizzato controllato con placebo, che esaminava il gel di Aloe vera come trattamento per la colite ulcerosa da lieve a moderata, si è visto che dopo quattro settimane di terapia orale i pazienti hanno riportato un significativo miglioramento clinico.

Uno studio chiave ha esplorato l’effetto dell’estratto acquoso di Aloe sui parametri dell’immunità umorale e cellulo-mediata; si è scoperto che questa pianta, alla dose di 400 mg per kilogrammo, potenziava significativamente la risposta immunitaria umorale secondaria ed attivava anche i macrofagi e stimola le cellule T, coinvolte nella difesa contro i microorganismi dannosi.

L’Aloe contiene anche superossido dismutasi e può trasmetterla anche per via orale e questo è importante per l’attività, per esempio, dei mitocondri; le piante di 3 anni hanno i più alti livelli di antiossidanti e la buccia ha più capacità del gel interno.

Questo si è utilizzato anche per una cosa curiosa: si possono rivestire, per esempio, lamponi o altri tipi di frutta con gel di Aloe che stimola la bacca a produrre più antiossidanti ed, a questo punto, serve per aumentare la conservabilità di questa frutta ed è quindi più vantaggiosa poi anche per la dieta e funziona anche per le fragole.

In roditori affetti da ischemia cardiaca o diabete, l’Aloe orale, ha dimostrato la capacità di aumentare o ritornare ai livelli basali, quindi ai livelli buoni, di antiossidanti endogeni come superossido-dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi e glutatione reduttasi.

Quali sono gli effetti collaterali: in generale si è dimostrato alcuni effetti collaterali, soprattutto l’ingestione dell’intera pianta; questo è associato a diarrea, ipokalemia, pseudomelanosi, insufficienza renale, fototossicità e reazioni di ipersensibilità.

Quindi, l’International Aloe Science Council, ha stabilito lo standard industriale per il consumo orale a meno di 10 parti per milione di aloina e quindi in questo senso le raccomandazioni per bere il succo di Aloe sono tali per cui non si dovrebbe superare i 30-40 cm3 al giorno.

Le dosi topiche, quindi, da applicarsi localmente, sono considerate sicure se la concentrazione di antrachinone è inferiore a 50 parti per milione.

Una buona notizia è che la maggior parte dell’Aloe lavorata non contiene linfa e quindi non contiene antrachinoni, che sono quelli che fanno gli effetti più negativi, di conseguenza queste informazioni non sono poi così preoccupanti.

I possibili benefici derivanti dall’uso dell’Aloe vera, in alcune patologie descritte in letteratura, dovrebbero essere valutati rispetto ai potenziali effetti tossici di questo ingrediente, la cui attività dipende dalla purezza e dalla caratteristica del prodotto utilizzato.

A livello topico, quindi, sulla pelle, è difficile assumerne abbastanza: è ottimo per il trattamento delle scottature solari e in realtà di qualsiasi tipo di danno alla pelle.

E’ ottimo anche nell’acqua del bagno, si può aggiungere qualche pezzo di Aloe schiacciato o qualche tazza di succo di Aloe all’acqua del bagno e si ottiene una cosa molto utile.

Per quanto riguarda la dose orale ci sono numerosi suggerimenti, ma non c’è nessuna risposta assoluta: per la stitichezza si consigliano da 100-200 mg, il trattamento del diabete sembra essere più aggressivo, fino a 1 o 2 g al giorno.

Sfortunatamente se leggi le etichette sulle capsule disponibili in commercio le opzioni vanno da 25 mg a 10.000 mg e questo fa davvero tanta confusione, la cosa migliore è mirare a qualcosa tra 300 e 600 mg al giorno.

Ricorda che la medicina ufficiale è importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.

Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, a una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.

Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.

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