Prevenire il cancro con i cavoli, cavolfiori, broccoli e cavoletti di bruxelles, senza doverne mangiare quantita’ industriali: il Sulforafano

Nel 1990 e’ cominciata a diffondersi l’idea che quello che si mangia e’ estremamente importante per la propria salute: il dottor Tony Talalay al Laboratory For Molecular Pharmacology alla John Hopkins University School Of Medicine ha scoperto le proprieta’ importanti per la salute di una sostanza che e’ chiamata Sulforafano.

Questo tipo di sostanza si trova prevalentemente in broccoli, cavoli, cavolini, cavoletti di bruxelles e cosi’ via: nel 1992 questi risultati sono stati cosi’ importanti da essere messi sulla copertina del New York Times e questa scoperta e’ stata registrata come una delle cento piu’ importanti del ventesimo secolo.

Da allora sono stati fatti migliaia di studi sul Sulforafano e tutti quanti hanno avuto risultati estremamente interessanti.

Questa molecola si trova in specifici tipi di verdure che sono chiamati Cruciferi, specialmente i broccoli, ma c’e’ anche ovviamente in tutti gli altri che di solito non piacciono ai bambini: i cavoli, i cavoletti di bruxelles, i cavolfiori e cosi’ via.

Una cosa interessante e’ che in questo tipo di verdure il Sulforafano non si trova esattamente cosi’ com’e’, ma e’ diviso in due sostanze diverse che sono tenute molto separate una dall’altra; questo perche’ il Sulforafano e’ una molecola instabile e quindi le piante non la tengono cosi’ com’e’, ma hanno spazi separati per le due componenti.

Il primo componente e’ la Glucorafanina, che e’ un precursore del Sulforafano, e, separata da essa, c’e’ un’altra molecola molto importante che e’ un enzima che e’ la Mirosinasi.

Quando si rompono le cellule di questo tipo di vegetali per qualche evento traumatico esterno, per esempio perche’ qualcuno le sta mangiando, le due sostanze si mescolano e producono il Sulforafano.

Nessuno ha una reale idea del perche’ dal punto di vista evoluzionistico le piante abbiano creato questo tipo di meccanismo; sembra fatto apposta per fornirlo a chi le mangia e per dare un qualche tipo di risultato.

Puo’ anche darsi che fosse magari negativo per qualche tipo di animale che se ne cibava nel passato, ma fortunatamente per noi e’ tutto l’opposto.

Che succede dopo che si e’ masticata la pianta e quindi si e’ creata questa reazione e si e’ ingerito il Sulforafano?

Dov’e’ che diventa effettivamente utile?

Beh, diventa utile per combattere il cancro, l’autismo, la distrofia muscolare, l’asma e l’artrite.

La cosa piu’ interessante per tutti ovviamente riguarda il cancro: quello che fa questa sostanza, dimostrabilmente, e’ di proteggere contro la nascita del cancro e ridurne la sua diffusione.

Riesce ad essere utile anche contro le malattie della retina e i danni della pelle che derivino da agenti esterni o da predisposizioni genetiche.

L’effetto principale si ha tramite il fatto che il Sulforafano e’ un modulatore epigenetico; abbiamo visto che l’Epigenetica e’ quella cosa che succede al DNA e agli Istoni, i rocchetti su cui il DNA e’ avvolto, ed essenzialmente e’ il fatto che vengano creati dei gruppi specifici lungo la catena del DNA e lungo gli Istoni, come dei segnalibro, e questi vanno a cambiare come il DNA viene espresso: quali parti sono accese, quali sono spente, se possono o no svolgersi dagli Istoni (che e’ l’unico modo che ha poi il DNA per produrre alla fine RNA e proteine).

Cosa fa in questo caso il Sulforafano?

Va ad inibire la deacetilasi degli Istoni, questi rocchetti su cui il DNA e’ avvolto, e quindi va ad aumentare la acetilazione degli Istoni; questo sembra che sia positivo.

Inibisce una cosa chiamata DNA metiltransferasi e va a regolare il microRNA.

Sappiamo tutti cos’e’ l’RNA, ma c’e’ anche il microRNA; andare a regolarlo e’ una cosa importante; non lo andiamo a spiegare adesso perche’ e’ una cosa complicatissima, ma e’ una cosa importante.

Come tantissime altre sostanze antiage, per l’antiinvecchiamento, e’ un forte antiossidante e non lo fa direttamente; non va a colpire i radicali liberi, ma quello che fa e’ di aumentare la produzione degli antiossidanti endogeni attraverso una cosa particolare che si chiama nrf2, che sta per fattore di trascrizione nucleare eritroide due.

Questo e’ un fattore di trascrizione che regola l’espressione genica di una grande varieta’ di enzimi citoprotettivi, antiossidanti e della fase due di disintossicazione; cosa vuol dire?

Essenzialmente la cosa importante da tenere a mente e’ che questo nrf2 in moltissimi studi si e’ visto che ha una forte riduzione della sua attivita’ da quando si e’ giovani a quando si e’ vecchi, quindi andare a fare in modo di attivarlo o riattivarlo vuol dire far ringiovanire questi meccanismi che sono legati poi comunque a tutta quella serie di reazioni che sono importanti perche’ sono ossidative, sono date dai radicali liberi e sono quelle cose brutte che si producono inevitabilmente con l’attivita’ dei Mitocondri quando fanno energia per tutto l’organismo.

Quindi aumentare l’attivita’ dell’nrf2 e’ estremamente importante perche’ mantiene alte le difese delle cellule anche se si invecchia, quindi si torna a un funzionamento tipico della gioventu’.

Questo lo fanno anche altre sostanze di cui abbiamo gia’ parlato come la Curcumina e il Resveratrolo, pero’ il Sulforafano lo fa con una attivita’ ancora piu’ potente.

Passiamo poi a un altro discorso che abbiamo gia’ visto: l’Autofalgia.

Autofalgia abbiamo visto che vuol dire “mangiarsi da solo” ed e’ quell’attivita’ che hanno le cellule con la quale cominciano a riciclare organelli e altri pezzi interni che non sono piu’ utilizzabili e che vengono scomposti nelle loro componenti di base, un po’ come smontare i mattoncini lego di un modello e recuperarli per fare nuove cose che poi funzionano.

Nel dettaglio il Sulforafano va a regolare il numero di Mitocondri che sono attivi e questo numero e’ continuamente in movimento, e’ tutto molto dinamico nell’organismo: i Mitocondri vengono continuamente smontati e rimontati.

Non soltanto vengono smontati, ma vengono divisi in due; quindi quando la cellula rileva che c’e’ bisogno di piu’ energia puo’ produrre nuovi Mitocondri, ma quello che puo’ anche fare e’ semplicemente di dividere in due un Mitocondrio che gia’ esiste.

Quando ne servono di meno o se si rileva che un Mitocondrio e’ difettoso, quello che puo’ essere fatto e’ che puo’ essere “mangiato” dall’Autofagia, smontato in vari pezzi, oppure puo’ essere fuso con un altro Mitocondrio: da due se ne ottiene uno.

Il Sulforafano va a modulare questa dinamica dei Mitocondri e quindi quello che va a fare e’ di far funzionare correttamente questo meccanismo che e’ molto importante perche’ le cellule sono quindi in grado di adattarsi alla richiesta di maggiore energia o di recupero e riciclo dei pezzi che non funzionano piu’: tutte cose che vanno fortemente a degradarsi con l’invecchiamento, quindi questo fa ringiovanire il funzionamento delle cellule.

Un’altra cosa che fa riguardo alle cellule e’ la protezione delle cellule staminali.

Le cellule staminali le abbiamo gia’ viste in uno dei nostri capitoli riguardanti la scienza delle cellule e abbiamo visto che il problema delle cellule staminali e’ che devono proliferare quando serve per produrne di nuove per rimpiazzare i “buchi” che si creano nei tessuti con l’invecchiamento, quindi andare a rimpolpare le fila delle cellule, ma devono pero’ anche essere protette dall’Apoptosi, dal fatto che si suicidino da sole, e dalla senescenza.

Questa e’ una cosa molto importante perche’ una volta che finisce la scorta di cellule staminali diventa poi impossibile andare a rimpiazzare i vuoti delle cellule nei vari tessuti.

In questo il Sulforafano e’ molto importante perche’ va appunto a proteggere le cellule staminali da questo suicidio programmato e dal fatto che diventino senescenti, fa si’ che possano suddividersi e creare cellule nuove, quindi le mantiene belle dinamiche e attive, quello che vogliamo tutti, quello che capita tipicamente quando si e’ giovani.

Il problema del Sulforafano e’ che e’ estremamente instabile e quindi ci sono tutta una serie di studi e di consigli che sono partiti e che sono disponibili su come si fa a preparare, per esempio, i cavolfiori, i cavoletti di bruxelles e i broccoli per fare in modo di mantenere questa sostanza e poterla quindi assumere poi quando li mangiamo.

La maggior parte delle indicazioni dicono che bisogna mangiarli crudi e bisogna anche masticarli molto bene, in modo da frantumare tutti questi scomparti separati.

Il problema e’ che mangiare cavoli, cavoletti di bruxelles e cavolfiori crudi e’ una cosa che e’ molto difficile da fare e per di piu’ l’effetto risultante e’ abbastanza blando: bisognerebbe mangiarne molti chili tutti i giorni, il che e’ impossibile; non si diventerebbe assolutamente ringiovaniti, ma neanche vecchi perche’ si morirebbe.

Diventerebbero qualcosa che chiaramente darebbe, a parte la difficolta’ di mangiarli, anche una bella indigestione.

Il problema e’ che quando vengono scaldati per renderli piu’ commestibili, succede che si degradano le sostanze e quindi alla fine non abbiamo l’effetto positivo.

Ci sono molte raccomandazioni sul fatto di prendere i broccoli, cuocerli al vapore al massimo tre/quattro minuti fino a quando hanno un bel verde brillante, poi bisognerebbe lasciarli raffreddare per venti/trenta secondi (non troppo senno’ si rovinano le sostanze), mangiarne anche un piccolo pezzo crudo assieme a quelli cotti (perche’ cosi’ si ha l’enzima che se no altrimenti va perso).

Quelli congelati non hanno l’enzima necessario, quindi e’ inutile mangiarli.

Questo enzima si trova anche nella radice di Daikon, che e’ un un particolare tipo di radice bianca che trovate anche al supermercato, quindi meglio mangiare i broccoli congelati con la radice di Daikon, perche’ si recupererebbe la situazione.

La cosa migliore sono i germogli dei broccoli, che hanno ancora piu’ questo tipo di sostanza, pero’ non devono essere piu’ vecchi di tre/quattro giorni.

I germogli di broccoli hanno cento volte piu’ Sulforafano rispetto ai broccoli gia’ maturi.

Ovviamente questo non e’ praticabile, non si puo’ fare tutti i giorni questo tipo di attivita’ di cuocere non troppo, prenderne un pezzo crudo e mangiarne comunque dei chili; quindi ci sono tutta una serie di integratori che sono nati per dare il Sulforafano in pasticche comodamente assumibili tutti i giorni, superando la problematica del fatto che si degrada rapidamente e quindi bisogna dare due sostanze di base, ma mantenute separate.

Abbiamo una serie di sostanze disponibili commercialmente; il Sulforadex per esempio, oppure c’e’ il BroccoPhane, il BroccoSinolate, anche il BroccoPlus e alla fine abbiamo anche il Truebroc, che contiene soltanto la molecola di base, la Glucorafanina, che e’ la sostanza principale che c’e’ appunto nei broccoli, ma manca l’enzima che la converte poi in Sulforafano.

Quello che dicono e’ che i batteri intestinali, che tutti abbiamo, sono in grado di convertire la Glucorafanina in Sulforafano tutto da soli, quindi alla fine sembra che non serva neanche avere quell’enzima; pero’ questo e’ un po’ controverso.

La cosa migliore e’ di avere questi composti attivi dei broccoli separati, che rimangano separati il piu’ a lungo possibile e alla fine si combinino solo all’interno del sistema digestivo.

Ci sono degli integratori disponibili che fanno questo, delle pastiglie che si vede anche ad occhio nudo che sono fatte da due colori diversi (perche’ in uno c’e’ la Mirosinasi e nell’altro la Glucorafanina) e queste compresse vengono poi preparate in modo opportuno per fare si’ che dopo averle ingoiate rimangano intatte e vadano poi a reagire nell’intestino.

E’ possibile assumerlo, come dicevamo, dall’alimentazione, pero’ e’ molto difficile; questo integratore bicolore di cui parlavamo ha in una singola compressa l’equivalente di settantacinque chilogrammi di cavoli, cavoletti di bruxelles e broccoli crudi, che ovviamente sono al di la’ delle possibilita’ umane anche solo per tentativo di mangiarli una volta.

Chi volesse assumerli con l’alimentazione comunque sappia che ci sono anche altre piante che lo contengono, come il crescione e il Rosmarino.

Queste sostanze hanno moltissimi fitonutrienti, composti che promuovono il metabolismo degli estrogeni e la divisione cellulare.

Alcune delle formulazioni contengono anche una sostanza che e’ identificata come DIM che sta per Diindolilmetano, un composto che va a modulare in modo favorevole e il metabolismo degli estrogeni e aiuta la salute del fegato.

Quando mangiamo queste verdure, questi Cruciferi, il nostro corpo ne produce naturalmente una quantita’ direttamente nell’intestino; questo supporta anche una sana divisione cellulare e protegge le cellule quando sono esposte a xenoestrogeni: sostanze che sono simili agli estrogeni, ma che arrivano dall’ambiente, talvolta addirittura dalle confezioni di plastica nelle quali sono contenuti gli alimenti, e quindi puo’ essere utile anche da questo punto di vista.

Quindi la cosa migliore da fare non e’ di uccidersi nel mangiare cavoli, cavoletti e cosi’ via, ma di assumere integratori che vadano a mimare questo effetto, abbiano i precursori di questa sostanza e siano facilmente assumibili tutti i giorni, per tutta la vita.

Ricorda che la medicina ufficiale e’ importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.

Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, a una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.

Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.

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