Tutto quello che siamo, il nostro aspetto esteriore, come ci comportiamo, come il nostro corpo reagisce, se abbiamo cinque dita delle mani, se abbiamo un naso e se e’ al centro del viso e cosi’ via, e’ tutto scritto nel nostro codice genetico: questa specie di gigantesca enciclopedia, di grandissima raccolta di libroni con una quantita’ enorme di informazioni che e’ duplicata per miliardi e miliardi di volte; ce n’e’ una copia dentro al nucleo di ciascuna delle nostre cellule.
Questa immensa libreria di informazioni e’ stata oggetto di tantissima ricerca, nel settore dell’antiage specialmente, alla ricerca del Sacro Graal, dell’Eldorado, di questo “Interruttore Dell’Immortalita'”.
Esiste un gene, un singolo punto del DNA dove possiamo intervenire, dove possiamo accendere o spegnere qualcosa, come un interruttore, per far si di cambiare la velocita’ dell’invecchiamento, rallentarla o fermarla addirittura?
Ecco, la risposta breve a tutto questo e’ No: non c’e’ questo singolo gene, c’e’ una serie di punti in cui intervenire.
Si stanno studiando le reazioni sinergiche, cioe’ come si influenzano l’una con l’altra e l’idea e’ che intervenendo su piu’ punti in modo coordinato si possa ottenere effettivamente il risultato del fermare l’invecchiamento o addirittura del ringiovanimento dell’organismo umano.
I settori nei quali intervenire dentro il nostro codice genetico si sono suddivisi in una serie di specifici approcci che vanno a colpire specifiche funzionalita’ e quindi adesso andiamo a esaminarle una per una.
I primi in assoluto sono i sistemi di regolazione della durata stessa dell’esistenza: esistono effettivamente una serie di geni, di interruttori che possiamo accendere e spegnere e che normalmente sono collegati all’ambiente, a cio’ che sono gli input dal mondo esterno che arrivano nel nostro organismo e che vanno quindi ad accendere certe funzionalita’ o spegnerne certe altre.
Per esempio una grossa parte di questi e’ controllata dalla quantita’ di calorie che entrano dentro l’organismo umano: quindi andando a cambiare l’apporto calorico e la distribuzione nel tempo dell’apporto calorico possiamo andare ad accendere o spegnere certe cose.
Per esempio la riduzione dell’apporto calorico si e’ visto essere mediamente in grado di aumentare fino al 30 per cento la durata della vita media dei mammiferi.
Non soltanto la riduzione dell’apporto calorico, ma anche la riduzione dell’apporto continuativo nel tempo.
Sono i meccanismi di alimentazione che permettono di attivare certe cose che scattano soltanto quando non si mangia per un certo numero di ore successive quindi possono essere attivate soltanto stando a dieta, a digiuno, per un certo numero di ore.
Una grossa parte di questi meccanismi e’ quella delle Sirtuine che andremo a vedere in un altro video della serie.
Un secondo gruppo e’ quello dei geni mediatori: sono dei geni, delle informazione nel DNA che non vanno a codificare la produzione di specifiche sostanze, ma vanno a codificare la produzione di certe sostanze che fanno da mediatrici fra quello che sono questi interruttori che si attivano dal mondo esterno, ne abbiamo parlato prima, e la effettiva produzione di proteine o la modifica di certi fattori metabolici.
Sono tipicamente degli enzimi, che sono sostanze che vengono sintetizzate da questi geni mediatori per velocizzare o in alcuni casi rallentare o accendere certi specifici percorsi metabolici, certe specifiche reazioni che poi introducono o riducono o modificano delle sostanze.
Quindi non sono sostanze che direttamente enrano a far parte della struttura del nostro corpo, ma sono sostanze che vanno a regolare la velocita’ di certe reazioni o a farle proprio succedere o non succedere del tutto.
Ci sono poi i geni del gruppo degli effettori che generano proteine che vanno ad agire su quello che sono le strutture finali del corpo e su certe reazioni: per esempio le normali reazioni metaboliche producono moltissimi radicali liberi che sono sostanze ossidanti e quindi sono molto dannose, vanno a danneggiare moltissime reazioni e moltissime strutture gia’ esistenti delle cellule.
Per contrastare questi radicali liberi e le sostanze ossidanti in generale le cellule, sulla guida di questi geni, producono i loro specifici antiossidanti: parliamo di Superossido Dismutasi, di Catalasi e di una serie di strutture e sostanze che vanno a riparare i danni del DNA.
Ci sono poi il gruppo di geni delle funzioni di “minuto mantenimento”, come si diceva nel mondo militare: sono una serie di geni che producono sostanze che servono a fare tutte quelle operazioni di pulizia e di mantenimento, il portar via le scorie e cosi’ via, che sono del tutto indispensabili perche’, cosi’ come le cameriere rifanno le camere nella nave da crociera, se lasciassimo accumularsi le sostanze, la sporcizia e gli scarti dentro alle nostre cellule ci ritroveremmo con l’equivalente di una camera con il letto sporco, con il cestino dell’immondizia traboccante, col bagno che non e’ pulito e cosi’ via e diventerebbe uno schifo.
Lo stesso vale per le reazioni cellulari.
Abbiamo poi i geni per le funzioni mitocondriali: i Mitocondri, come abbiamo visto, sono le centrali dell’energia e fanno anche tante altre cose veramente importanti per le nostre cellule.
Questi geni sono quelli che regolano a loro volta la produzione di sistemi antiossidanti, di trasporto elettronico e cosi’ via all’interno dei Mitocondri.
Se qualcosa non funziona in queste modalita’ le cellule praticamente patiscono tantissimo fino ad un degrado catastrofico e la morte.
Infine abbiamo i geni per il controllo della senescenza; questi geni sono attivi in due momenti: nel momento in cui si parte dalle cellule staminali per la creazione di nuove cellule originate, appunto, da cellule totipotenti, quindi in grado di generare qualunque tipo di cellula o qualunque tipo di nuova cellula di un tessuto specifico, quindi una fase iniziale della vita cellulare, ma soprattutto sono importanti nella fase terminale dove le cellule di tipo senescente o cellule che comunque hanno avuto dei problemi, un degrado del DNA o dei malfunzionamenti, devono essere rimosse, devono essere fatte suicidare.
Queste sono funzionalita’ importantissime per il controllo di un sacco di fattori, per esempio i fattori promotori di tumori o cose di questo tipo.
Tutti insieme questi geni sono migliaia e migliaia e sono tutti importanti per il controllo dell’invecchiamento e si puo’ agire su ognuno di questi in modo specifico.
Per esempio uno dei piu’ importanti e’ il FOXO3a il FOXO3a e’ un fattore di trascrizione ed e’ importante per il controllo dell’insulina e dei fattori di stress in generale delle cellule.
Per dirvi quanto e’ complicato, questo gene si attacca su uno specifico punto del DNA che alla fine viene attivato e produce una proteina e alla fine quella proteina fa effettivamente il lavoro per l’effetto che si vuole ottenere.
Quindi interevenire su questo gene, per esempio, non produce un effetto diretto, ma produce un effetto indiretto tramite la sua attivazione o disattivazione in misura maggiore o minore e questo a sua volta ha influenza su quello che e’ l’Insulina e su quello che e’ il livello di glucosio; tutte queste sappiamo essere delle cose estremamente importanti per l’ antiage, l’antiinvecchiamento dell’organismo.
La famiglia dei geni FOXO e’ coinvolta anche in quello che sono la creazione di proteine chiamate “di accompagnamento”.
Queste proteine non fanno niente direttamente, non fanno altro che accompagnare nel loro ciclo di vita e nelle loro attivita’ altre proteine che poi fanno effettivamente succedere qualche cosa o contribuiscono a parti della costruzione della struttura cellulare.
Queste proteine di accompagnamento sono molto importanti perche’ si assicurano che le altre proteine che stanno accompagnando vadano a finire nei punti giusti e se sono malformate per qualche motivo vengano rimosse, distrutte e vengano tolte dal sistema cellulare in maniera opportuna.
Quindi sono molto importanti per il controllo dell’andamento della sintesi proteica, dell’utilizzo delle proteine e della loro finale collocazione nel posto giusto.
Tutto questo ovviamente visto in modo teorico, ma la pratica e’ che il DNA non e’ una struttura cosi’ perfetta, un meccanismo a orologeria meraviglioso, anzi, ha un sacco di difetti; e’ sottoposto ad uno stress enorme perche’ ogni volta che una cellula si suddivide il DNA deve suddividersi e quindi possono essere introdotti degli errori.
Quindi il DNA non e’ un meccanismo ad orologeria meraviglioso, ma a noi serve che sia cosi’ perche’ anche un piccolo errore puo’ produrre grandi risultati e quindi grandi disastri.
Ricordero’ quindi brevemente come e’ fatto il DNA.
Innanzitutto DNA sta per Acido Desossiribonucleico.
La struttura del DNA e’ questa lunga elica che si avvolge nello spazio, la cui struttura di base e’ quella di una scala a pioli.
La scala a pioli e’ costituita da due bacchette laterali sulle quali sono attaccate queste che sono chiamate basi.
Ogni piolo e’ costituito da una molecola di Desossiribosio, che e’ uno zucchero, con un lato fosfato che e’ attaccato al lato della scala.
All’altra estremita’ del piolo c’e’ una base azotata.
Dall’altra parte della scala c’e’ un altro piolo che e’ simmetrico, quindi e’ ribaltato, ma funziona nello stesso modo; l’unica differenza e’ che la base azotata e’ un’altra.
Pare impossibile, ma ci sono solo quattro tipi di basi azotate Adenosina, Timina, Citosina e Guanina.
Vengono presentate come lettere maiuscole e quindi si vede spesso questa cosa GATTACA, TTA, CCG, AGG.
Quando si va a scrivere una sequenza di basi per dire cosa c’e’ lungo la catena del DNA si utilizzano queste quattro lettere maiuscole.
E’ quello che avrete visto spesso in molti film e in molte indagini forensi.
La cosa interessante e’ che parlando dei due pioli, delle due basi azotate, soltanto un certo tipo di base azotata puo’ essere di faccia con un’altra dall’altra parte del piolo, quindi soltanto un certo insieme e’ possibile.
Per esempio soltanto la Citosina e la Guanina o soltanto l’Adenina e la Timina possono essere affiancate una sull’altra.
Questo fa si’ che un lato di questa scala a pioli sia simmetrico rispetto all’altro lato, alla fin fine porta la stessa informazione e i due si tengono insieme come se fossero due magneti.
Questa struttura fu scoperta nel 1953 in Inghilterra da James Watson e Francis Crick e per questo fu loro assegnato il premio Nobel.
Nel 1958 fu poi scoperto come il DNA si duplica quando una cellula si suddivide.
Quando una cellula si divide con la Mitosi Cellulare alla fine abbiamo due cellule e nei nuclei abbiamo due copie uguali del DNA di partenza ed e’ qui che entra in gioco l’importanza della doppia elica, del fatto che abbiamo una scala con due lati che sono uno simmetrico all’altro.
Praticamente durante la fase di suddivisione cellulare il DNA si apre, esattamente come una cerniera lampo quando si usura si apre e vedete i due lati che si aprono, quindi si separano i dentini.
Nel DNA e’ lo stesso.
Si separano i due lati del DNA e a un certo punto durante questo processo in mezzo entra in gioco una specifica molecola chiamata DNA Polimerasi.
La DNA polimerasi e’ una sostanza, un meccanismo piuttosto complicato che ricrea l’altro lato della scala a pioli; quindi si separa in due, la DNA Polimerasi ricrea l’altro lato che si e’ staccato e alla fine quindi da un binario che si apre abbiamo due binari che sono effettivamente due copie precise di quello che era il binario originale.
Ma cosa significano questi singoli piolini?
Presi singolarmente non significano niente, il loro significato si ha quando sono a gruppi di tre.
Tre successive basi formano un Codone.
Un Codone puo’ codificare per 20 differenti tipi di aminoacidi; per esempio il Codone GGA codifica per la Glicina.
Quindi la sequenza del DNA in realta’ va vista a gruppi di tre, a gruppi di Codoni, ognuno dei quali codifica per produrre uno specifico aminoacido, e ce ne sono solo 20 in tutto.
La sequenza di aminoacidi di uno specifica segmento si assembla per produrre una singola proteina e le proteine sono a questo punto i mattoni, i pezzi costituenti di questo grande Lego che sono le cellule.
Come fanno queste informazioni a partire dal DNA ad andare a produrre lo specifico aminoacido, o meglio la sequenza di aminoacidi, e poi la proteina?
Qual e’ il meccanimo che c’e’ il mezzo?
In mezzo c’e’ uno specifico tipo di DNA che e’ chiamato RNA, o RNA messaggero.
Ci sono anche altri tipi di RNA.
L’RNA e’ uguale al DNA, ma non ha la doppia elica, e’ solo un lato.
Quindi cosa fa? va sul DNA, si crea una copia come fosse uno stampo, come quando noi prendiamo la creta e ci mettiamo dentro una chiave e la togliamo: rimane lo stampo della chiave nella creta.
Lo stesso e’ per l’RNA: si forma questa lunga molecola che e’ un filo con tutte queste basi attaccate sopra che sono praticamente le stesse, se non esattamente uguali, ma praticamente le stesse del DNA, e questo filo di RNA si stacca, esce dal Nucleo, va nel citoplasma (questo liquido che c’e’ all’interno della cellula) e finisce dentro al Reticolo Endoplasmatico che come abbiamo visto e’ la “officina di costruzioni” della cellula.
Nel Reticolo Endoplasmatico l’RNA messaggero porta questo messaggio di qual e’ la ricetta che deve essere realizzata; li’ vengono create a partire da queste istruzioni i singoli aminoacidi e alla fine vengono assemblate le singole proteine.
Il DNA sarebbe un filo lunghissimo, se fosse lasciato libero nel Nucleo si agroviglierebbe tutto, diventerebbe una cosa inestricabile.
Pensate solo ai cavi che usiamo per ricaricare i cellulari o ai cavi elettrici: cosa succede quando si lasciano per terra.
Immaginiamo un cavo lungo centinaia, migliaia di chilometri: diventerebbe un casino pazzesco.
Quindi il DNA in realta’ non e’ libero, ma e’ tenuto ordinato essendo avvolto su quello che sono gli Istoni.
Gli Istoni sono dei rocchetti a pacchi di 4×2, quindi abbiamo otto Istoni, che sono specifiche proteine, e su questi il filo del DNA e’ avvolto due volte.
Ci sono circa 147 basi per ogni pacco di otto Istoni, per ogni pacco di rocchetti.
Questi Istoni sono quindi una lunga catena di perle, essenzialmente, che poi producono dei gruppi che sono chiamati Cromatina.
I gruppi di Cromatina possono essere piu’ densamente impacchettati o meno densamente impacchettati e questo regola quanto in questi gruppi, questi rocchetti, dal DNA si possa tirare fuori informazione con l’RNA e si possa quindi andare a codificare gli aminoacidi e alla fine le proteine che quella singola sequenza, quel singolo gruppo di rocchetti, codifica.
Cosa c’e’ all’estremita’ di questo lungo filo del DNA?
Esattamente come per le stringhe delle scarpe, alla fine di una stringa, che si sfilaccerebbe tutta, ci deve essere questo terminale fatto con la plastica che la tiene ferma, allo stesso modo capita per il DNA.
Alla fine delle sequenze di DNA, alla fine di una lunghissima molecola del DNA, ci sono tutta una sequenza di basi che un tempo si pensava fosseto inutili, fossero inattive.
Queste basi sono chiamate Telomeri.
I Telomeri sono i segmentini finali del DNA e quello che succede a ogni divisione cellulare e’ che questi Telomeri si riducono.
Quindi la lunghezza del segmento di Telomeri si riduce progressivamente ad ogni divisione, tanto che questi Telomeri si riducono dalle 48 alle 67 basi per ogni anno di vita delle nostre cellule.
Alla fine di questa lunga sequenza di basi apparentemente inutili c’e’ un nodo che quindi chiude definitivamente la molecola del DNA.
L’importanza dei Telomeri e’ molto recente, prima si pensava fossero inutili.
Pensate che soltanto nel 2009 e’ stato dato il premio Nobel per la medicina a Elizabeth Blackburn e ai suoi collaboratori per avere dimostrato l’importanza dei Telomeri e per aver scoperto anche l’esistenza di uno specifico enzima chiamato Telomerasi.
La Telomerasi e’ al centro di un sacco di ricerche dell’antiage.
Si e’ notato infatti come la mancanza di Telomerasi produca degli effetti molto negativi.
Introdurne dall’esterno in molti modelli animali, e su alcuni esseri umani recentemente, fa vedere che l’allungamento della sequenza dei Telomeri produce un allungamento dell’esistenza degli organismi che sono stati trattati in questo modo.
Si e’ pensato “siccome a forza di suddivisioni i Telomeri diventano sempre piu’ brevi e a un certo punto quando diventano cortissimi le cellule muoiono o degradano, se noi li allungassimo non diventerebbero le cellule immortali?”.
Si e’ visto che effettivamente dare dall’esterno questo enzima, la Telomerasi, produce un allungamento della vita media dell’organismo che viene trattato in questo modo.
Come abbiamo detto nel DNA un sacco di cose possono andare male, sia nel momento del concepimento quando l’unione dello spermatozoo con la cellula uovo originale produce il DNA definitivo che e’ meta’ del padre e meta’ della madre, sia in seguito quando il DNA e’ sottoposto a stress dovuti a raggi cosmici, attacchi chimici, alimentazione sbagliata, anche soltanto lo stress della vita.
Per esempio, i problemi che possono nascere nel momento del concepimento sono geni che non vengono copiati correttamente, vengono copiati piu’ volte o mancano del tutto o sono lievemente alterati, anche solo in una base di quelle che abbiamo visto.
E’ a questo punto che si possono sviluppare malattie come l’anemia falciforme o addirittura il Parkinson o la maggiore predisposizione per il cancro.
C’e’ una serie di cose che sono scritte nel DNA di ciascuno e che possono essere manchevolezze visualizzabili con un’analisi del DNA, cosa commercialmente disponibile oggigiorno, e che posso produrre problemi fin da piccoli o problemi piu’ avanti nell’eta’ o una maggiore possibilita’ di sviluppare un certo tipo di malattie.
La stragrande maggioranza delle persone ha dei problemi nel proprio corredo genetico; quindi ha geni duplicati, geni mancanti e geni errati.
Pensate per esempio che il nanismo e’ dato da un singolo errore di un singolo gene e produce questo grandissimo effetto sulla creatura che ne viene fuori alla fine.
Pensate che l’anemia falciforme e’ data da un errore di un singolo aminoacido, quindi in un singolo codone di tre basi: e’ una cosa piccolissima rispetto all’immensita’ dell’informazione che viene copiata correttamente, eppure l’anemia falciforme e’una malattia molto grave.
Non soltanto al concepimento, ma in successive suddivisioni, ce ne sono miliardi e miliardi per tutta la vita di un essere umano, ogni singola suddivisione puo’ introdurre altri errori che poi si ripercuotono da li in poi in tutta quella linea di produzione di cellule.
La singola modifica di una singola base puo’ produrre effetti incredibili, dannosi o mortali, e quindi ci sono tutta una serie di meccanismi nell’organismo che fanno si di catturare la maggior parte di questi errori e correggerli oppure eliminare le cellule che sono del tutto irrecuperabili e funzionano per la stragrande maggioranza dei casi; funzionano tutti i santi giorni, per migliaia, milioni di volte nel nostro corpo, tutte le volte.
Ogni tanto qualcosa pero’ va storto.
In passato si pensava che soltanto la sequenza di basi controllasse completamente l’espressione del DNA nell’organismo; si e’ visto recentemente che non e’ cosi’.
Ci sono altri strati sopra quelli dell’informazione grezza di base e questo tipo di informazioni ulteriori e’ chiamato Epigenetica.
L’Epigenetica e’ una serie di altri strati informativi che sulla base grezza dei dati dei geni va a modificare le espressioni di questi geni stessi: cosa viene espresso e cosa no.
Per esempio e’ l’Epigenetica che dice che a partire dal DNA, che e’ uguale per tutte le cellule, una singola cellula deve produrre un certo tipo di tessuto.
E’ ovvio che una cellula del fegato dovra’ comportarsi diversamente rispetto a un neurone, che e’ una cellula del cervello, eppure entrambe hanno lo stesso DNA.
Quindi che cosa fa esprimere quale sequenza, quale pezzo della quantita’ enorme di informazioni del DNA, per far si’ che una cellula parta e diventi una cellula del cervello e un’altra diventi quella del fegato, del cuore o del polmone?
E’ l’Epigenetica; ci sono dei piolini che vengono messi lungo la catena del DNA che sono differenti a seconda di quale cellula debba essere prodotta a partire da quelle totipotenti, cioe’ le famose cellule staminali che possono produrre qualunque tipo di cellula. di tessuto dell’organismo.
L’Epigenetica in pratica si esprime tramite alcuni meccanismi diversi: il primo in assoluto e’ la metilazione.
La metilazione, che non e’ altro che l’aggiunta in una singola molecola che e’ fatta da un atomo di carbonio e tre di idrogeno, avviene dove c’e’ una sequenza di una Citosina e una Guanina.
Questo gruppo di metilazione assomiglia a un chupa chups, se vogliamo: e’ una stecchetta con una pallina che si estende da un lato del DNA.
Di tutte quante le basi metilabili in un normale essere umano solo il 4 per cento e’ “decorato”, come si dice, cioe’ ha un segnalibro di questo tipo.
Questi segnalibro agiscono meccanicamente, fisicamente, come degli stop: da qui si arriva fino a li e piu’ in la’ di cosi’ non si va a produrre gli aminoacidi codificati nelle basi, oppure da li’ si parte per produrre il pezzo che serve, e questi cambiano col tempo.
Un altro meccanismo epigenetico e’ la modifica degli Istoni, di questi rocchetti su cui il DNA e’ avvolto.
Anche su questi e’ possibile avvenga la metilazione, non solo con i gruppi metile che abbiamo visto prima, ma anche con gruppi fosfato e gruppi acetile.
Ci sono diversi tipi di decorazioni, di segnalibro, che vanno ad attaccarsi sui lati di questi rocchetti e fanno si di rendere piu’ semplice o piu’ difficile lo sbobinamento del DNA da sopra questi rocchetti stessi.
Se il DNA non viene sbobinato non si puo’ produrre l’RNA messaggero e quindi non e’ possibile produrre da questo i singoli aminoacidi, le singole proteine che sono codificate in quel DNA; quindi anche questo e’ un meccanismo di alterazione di che cosa viene sbobinato e quindi di quale parte del DNA produce o non produce qualcosa.
C’e’ infine una forma di metilazione estremamente complessa che e’ la modifica dell’RNA: non e’ che l’RNA vada direttamente dal DNA dentro al Reticolato Endoplasmatico; in mezzo possono succedere altre cose che lo vanno a modificare ulteriormente.
La metilazione cambia nel tempo: non e’ che ne cambi la quantita’, anzi in alcune ricerche sembra che diminuisca la quantita’ di metilazione nel tempo; quello che cambia e’ la distribuzione di questa metilazione e questo e’ chiamato Deriva Epigenetica.
La Deriva Epigenetica e’ una misura di quanto l’organismo e’ invecchiato e sono stati messi a punto degli “orologi epigenetici”.
Gli orologi epigenetici sono dei sistemi quantitativi che sono in grado di determinare l’eta’ biologica di un essere umano misurando non tanto la quantita’ di metilazione, ma la distribuzione, lo sparpagliamento di questa metilazione lungo il DNA.
Ovviamente, essendo legata all’invecchiamento, tutti gli interventi piu’ interessanti che vanno a cambiare la metilazione possono essere importanti per cambiare anche l’invecchiamento o gli effetti dell’invecchiamento, quindi gli aspetti esteriori, ma anche gli effetti sulla riduzione delle capacita’ di funzionamento di molti sistemi, come il sistema immunitario, quello cardiocircolatorio e anche la suscettibilita’ alle malattie di tipo tumorale.
Quindi e’ importante non soltanto misurarla, ma anche vedere se ci sono dei meccanismi che fanno si’ di ridurne la Deriva e riportarla piu’ a un livello che era tipico della gioventu’, dove questi gruppi di metilazione erano piu’ concentrati lungo il DNA e meno sparpagliati lungo tutta la catena.
Uno dei principali fattori che dal mondo esterno produce questa Deriva Epigenetica e’ l’infiammazione.
L’infiammazione e’ al centro di buona parte delle cure antiage perche’ l’infiammazione produce la Deriva Epigenetica e ridurre l’infiammazione si e’ visto che riduce questo tipo di metilazione e quindi preserva da buona parte delle cose che sono conseguenti all’eta’.
L’infiammazione e’ derivata da radicali liberi che vengono prodotti dal normale metabolismo e quindi si e’ visto che certi tessuti dell’organismo che hanno un metabolismo piu’ accelerato che produce piu’ radicali liberi producono anche piu’ Deriva Epigenetica; quelle cellule invecchiano prima e invecchiando prima hanno una maggiore possibilita’ di incorrere in problemi e sviluppare per esempio problemi di tipo canceroso.
Il Colon per esempio, come tutte le cellule dell’intestino, ha una frequenza molto elevata di suddivisione.
Le cellule del Colon e dell’intestino in generale durano da 1 a 5 giorni, quindi molto rapidamente vanno cambiate perche’ sono sottoposte a un forte stress del passaggio continuo del cibo, di sostanze inquinanti e cosi’ via.
Il tumore del Colon retto e’ uno dei piu’ presenti e si ipotizza sia dovuto al fatto che le cellule del Colon sono quelle che hanno un piu’ veloce invecchiamento, dato da un maggiore metabolismo, una maggiore frenesia di creazione e suddivisione, quindi una maggiore produzione di radicali liberi che a loro volta producendo l’infiammazione creano Deriva Epigenetica.
Per questo motivo i trattamenti antiinfiammatori sono molto importanti: nonostante un metabolismo elevato, se riduciamo l’infiammazione con sistemi esterni riduciamo anche la Deriva Epigenetica, quindi la tendenza ad invecchiare, a produrre ogni tipo di malattia.
In generale quello che mangiamo, anche quello che passa non soltanto nel Colon, ma nell’organismo, va a influire sull’espressione del DNA.
Pare folle; si diceva in passato: ma come fa? Il DNA e’ scritto fisso, non e’ che ci siano dei meccanismi che vadano a cambiare il contenuto informativo in base a quello che mangi!
Non viene cambiato il contenuto informativo del DNA, viene cambiata la metilazione, viene cambiata l’epigenetica, cambiano questi segnalibro lungo il DNA che e’ sempre lo stesso.
Un esempio che abbiamo nella natura e’ quello delle api: le api partono tutte uguali, non ci sono delle larve di api operaie e larve di api regina, sono tutte uguali.
Quello che cambia e’ l’alimentazione: tutte le api da larve vengono nutrita da piccole con la pappa reale, alcune, la maggior parte, poi vengono nurite con polline e con altre sostanze prese dai fiori; solo alcune continuano fino in fondo con la pappa reale e si chiama cosi’ perche’ quelle larve si sviluppano diventando regine.
Un’ape regina e’ molto diversa da un’ape operaia, eppure il DNA e’ esattamente lo stesso.
Questo si traduce anche negli esseri umani; non e’ che cambiando l’alimentazione dei bambini si possa fare si’ che da grandi diventino dei re, ma certamente quello che mangiamo puo’ andare a cambiare l’infiammazione, puo’ cambiare la Derive Epigenetica e quindi fare invecchiare meno velocemente o addirittura tornare indietro a situazioni precedenti.
C’e’ addirittura quella che viene chiamata una “dieta epigenetica”; c’e’ un tipo di alimentazione che va proprio a ridurre questo tipo di problematiche che producono la Deriva Epigenetica e quindi l’invecchiamento.
Tra queste sostanze troviamo l’ECGC, che e’ la sostanza attiva del te’ verde, troviamo il Resveratrolo che e’ tipico dei frutti rossi e del vino rosso, il Sulforafano che e’ la sostanza attiva dei cruciferi, quindi dei cavoli, broccoli, cavoletti di bruxelles, e la nostra amica Curcumina che e’ un po’ come il prezzemolo e la troviamo dappertutto; anzi, il prezzemolo anch’esso ha delle sostanze che fanno si di ridurre o ribaltare la Deriva Epigenetica.
Non solo il prezzemolo, ma anche altri alimenti tipo il pomodoro, i fagioli, i capperi e le verdure a foglia verde.
Quindi non soltanto bisognerebbe prediligere per l’alimentazione questo tipo di cibi, che sono gia’ molto presenti comunque nella dieta mediterranea, ma andrebbero assunti degli integratori.
Per esempio c’e’ un integratore di Sulforafano, che e’ la sostanza attiva dei broccoli, cavoli e cavoletti di bruxelles, che con una pastiglietta che si puo’ prendere tutti i giorni fornisce la stessa quantita’ di sostanza attiva di 70 kg crudi di cavoli, cavoletti di bruxelles e broccoli che sarebbero immangiabi.
Questo e’ importante perche’ ha un forte effetto sulla riduzione della Deriva Epigenetica.
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